VOGLIO IL MIO CAPPELLO
Jon Klassen
Zoolibri, 2012

Esemplare per la relazione che instaura tra testo e immagini, il libro di Jon Klassen può essere collocato tra i migliori prodotti apparsi sul mercato negli ultimi anni. La storia ruota intorno alla scomparsa di un cappello ‒ fatto apparentemente banale, che però dà origine a una storia articolata ‒ e presuppone un lettore capace di leggere tra le righe quel “non detto” che è il vero fulcro della narrazione.
Un orso cerca il proprio cappello interpellando gli animali del bosco, ma senza risultato. Quando però, sconsolato, lo descrive al cervo come “rosso e appuntito”, allora comprende immediatamente (e il lettore con lui) chi lo abbia fatto scomparire: c’era un animale, uno solo, che indossava un cappello rosso e appuntito, dicendo che mai ne avrebbe rubato uno, ed era il coniglio.
“Tu hai rubato il mio cappello!” grida l’orso affrontandolo in un faccia a faccia che riempie le due pagine intere. Dopo di che del coniglio non vi è più traccia, sebbene la storia continui per altre tre doppie pagine.
Nell’ultima l’orso è seduto a terra, munito di cappello. L’orso ha mangiato il coniglio? La conclusione appaga il profondo, spietato senso di giustizia infantile e al contempo offre il piacere di un finale inatteso, che illumina, con un’ironia feroce, l’evento apparentemente banale della ricerca di un cappello.
Scandito su un testo dialogico nel quale gli interlocutori si distinguono solo tramite un diverso colore dei caratteri, il libro possiede un forte senso del ritmo rintracciabile nell’uso dei colori, nelle ripetizioni verbali, nella distribuzione delle figure, perfino nell’elegante alternarsi di sfumature avorio e bianco tra pagine scritte e pagine illustrate, esaltate peraltro dalla qualità della carta.
Età di lettura: da 4 anni.

(recensione a cura di Angela Del Gobbo, tratta da Liberweb)