venerdì 19 aprile alle 21
UNA SERATA AD URLAPICCHIO
ovvero
LE INVENZIONI LETTERARIE DI FOSCO MARAINI: 
LA GNOSI DELLE FANFOLE

ne parliamo con 
MARTINO NEGRI
docente di didattica della letteratura
STEFANO BRESCIANI
attore, leggerà alcuni delle invenzioni
CARLOTTA BRESCIANI
accompagnamento musicale alla viola

Abbagliato dalla bellezza e dalla ricchezza del mondo naturale e parimenti curioso di ogni cosa umana, Fosco Maraini fu un uomo di molti viaggi, di incontri e di ascolti insoliti. Forte di una curiosità rispettosa della varietà delle forme, così come dei pensieri, amava definirsi CITLUVT (Cittadino della Luna in Visita di Istruzione sul pianeta Terra) per indicare la equanime distanza e il medesimo interesse nei confronti delle diverse culture elaborate dagli strani abitanti del pianeta azzurro nel corso dei secoli così come delle diverse risposte che ciascuna di esse offre alle domande di senso ancora irrisolte che accompagnano l’uomo da millenni. 
Maraini ebbe tuttavia la stessa potente curiosità anche per il linguaggio poetico, e in particolare per la natura corporea, sonora delle parole, e per la sua capacità di farsi portatrice di sensi possibili, macchina per evocare, in risonanza con la sensibilità di ciascun lettore, o meglio, ascoltatore, significati, idee, emozioni. Raccogliendo l’eredità della tradizione letteraria britannica del nonsense ˗ ove la parola non indica un’assenza di senso, ma piuttosto di consequenzialità logica ˗ Fosco Maraini fu l’inventore di un genere letterario minimo e squisito, quello delle fànfole, brevi componimenti in versi scritti in un linguaggio “metasemantico” che fa del lettore un elemento imprescindibile alla nascita della poesia stessa: cosa sarebbero senza di lui giorni a urlapicchio lonfispissi gramosi blastifemi acrolissi?