Con mano leggera Lodovica Cima dipinge con i colori di un acquarello una storia piccola in sé, ma grande come la Storia di quell’ascensore sociale che è stata la lettura …

Ludovica Cima, La voce di carta, Mondadori, 2020

È un libro che può incantare una lettrice e anche un lettore di sentimenti leggeri ma non inconsistenti e di passioni solide ma non tumultuose, fino a indurli a rileggerlo più di una volta, sentendovi risuonare voci e richiami inspiegabili per altri, ma rispondenti a risonanze nascoste molto personali.

Marianna dalla povera famiglia contadina viene avviata a lavorare in una cartiera di Lecco per guadagnare qualche soldo da mandare a casa. Lascia alle spalle con i suoi cari l’unico mondo di affetti e lavoro che conosce.

Alloggia con altre giovani operaie in un convitto di suore dove vive una quotidianità fatta di prime amicizie, ma anche invidie, gelosie, dispetti (oggi diremmo bullismi). Si appassiona alle letture della severa ma comprensiva suora che comincia a insegnarle a leggere e scrivere, vista l’intelligenza e la voglia della ragazza. Non a caso il libro si intitola Fior di virtù, un segnale preciso di storia della letteratura giovanile.

In fabbrica Marianna è operosa, diligente, generosa con le compagne. È affascinata dalla magia della carta, così fine e preziosa, che nasce dagli stracci e va poi distendersi nei fogli della corrispondenza e addirittura a legarsi nei libri.

A poco a poco matura un’idea, una passione, un’ambizione: insegnare agli altri, fare la maestra.

Un passo dopo l’altro cresce la fiducia in sé stessa. Il padrone le assegna compiti sempre più impegnativi, persino portare a Milano la carta da lettere a una contessa, che la incoraggia e le regala un libro prezioso per l’istruzione della giovane e per la storia della letteratura per l’infanzia, Giannetto; un altro segno dei tempi, un altro passo avanti.

Incontra anche l’amore, ma al momento non ha tempo, deve seguire il suo sogno, che si realizzerà grazie a una forte volontà individuale e a un felice e storico incontro tra cattolicesimo sociale e borghesia liberale.

Marianna va alla Scuola normale per maestre, sarà maestra. Con mano leggera Lodovica dipinge con i colori di un acquarello una storia piccola in sé, ma grande come la Storia di quell’ascensore sociale che è stata la lettura, il libro, la scuola per la scrittrice e, si parva licet, per il recensore, entrambi maestri.

Età di lettura consigliata: 11+

(recensione a cura di Ferdinando Rotondo, tratta da Liber # 128)