ALLORA NON SCRIVO PIÙ
Annalisa Strada
Piemme, 2015

La descrizione tecnica di disgrafia dice “Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) non dovuto a deficit intellettivi o neurologici”. Spiegare ai bambini che la disgrafia non è un difetto e non significa essere “tonti”, ma che è un modo di essere, non è facile. Ci prova Annalisa Strada con un delizioso racconto dove Margherita, bambina vivace dai capelli rossi, mal sopportata dai compagni, è vittima dei bulletti (e delle bullette) della scuola. Margherita non riesce a scrivere, inverte le lettere, non riesce a eseguire un dettato, non scrive alla lavagna, con il risultato di far disperare la maestra che legge questi suoi comportamenti come segno di cattiva volontà. Gli scherzi dei compagni sono pesanti, le prese in giro infinite. Fortunatamente, in tutto questo disastro, trova un amico: Paolo, anche lui un ragazzino con problemi, per via di una mano deformata da una grossa e brutta bruciatura che gli ha fatto appioppare dai compagni il soprannome di “mano di serpente”. Entrambi sono emarginati dunque, l’uno perché la sua mano è impressionante, l’altra per le sue difficoltà di scrittura, “la tonta” la chiamano i compagni.
Margherita non è tonta ma anche la mamma non capisce, non pensa minimamente che possa esserci un problema, e non fa che punirla per i compiti non fatti e per le note della maestra. Il papà è spesso lontano per motivi di lavoro. Una mattina riceve un bigliettino dai compagni che le danno appuntamento vicino a una gelateria. Solo al suo arrivo si accorge di essere in trappola: l’hanno attirata lì per capire se era stata capace di leggere il biglietto e del gelato non se ne parla neanche. Ma da un certo punto il papà, anche grazie alla collaborazione di tutta la famiglia e della scuola, troverà la soluzione.
Annalisa Strada ha un modo di raccontare molto lieve, senza eccedere mai nelle situazioni e con una profonda conoscenza del problema: spiegare ai bambini che le difficoltà nella vita possono essere ovunque ma che non ci si deve lasciare abbattere, e che non riuscire a fare una cosa non significa non saperla fare, è difficile. Il libro ha caratteri di stampa e impaginazione studiati appositamente per una lettura facilitata adatta a bambini con difficoltà di lettura.

Età di lettura consigliata: 8+

(recensione a cura di Gianna Denti tratta da Liber # 109, che pubblichiamo con un po’ di emozione ripensando alla sua autrice che ci ha lasciati proprio all’inizio di quest’anno)