CHI TROVA UN PIRATA TROVA UN TESORO
Francesca Bossini, ill. di Agnese Baruzzi
EDT Giralangolo, 2015

Bambina e pirata: non una combinazione così azzardata, se si pensa a Pippi Calzelunghe e al suo tesoro, un baule di monete d’oro che viene proprio dai mari del sud (e dal padre pirata), luccicante sigillo di autonomia per un’icona dell’emancipazione infantile (e femminile). Eppure è con un brivido che vediamo apparire fra le pagine il personaggio di Lilla: un pirata “a forma di bambina”. Impreca, borbotta fra sé, siede in coffa d’albero su un albero vero invece che maestro, ha un cannocchiale e un’espressione spiritata, nel ritratto figurato dalla bravissima Agnese Baruzzi. Non ha nave Lilla, non ancora, ma un banco di scuola che sembra le stia un po’ stretto: dagli altri è considerata strana Lilla, forse perché ulula espressioni a dir poco colorite o perché è misteriosamente determinata a perseguire una sua propria missione: trovare il tesoro e conquistare l’oceano, da vera piratessa. L’avventura di Lilla inizia in una spiaggia orribilmente inquinata dove campeggia un cartello di divieto. E qui la storia riecheggia la tensione ecologica e politica di certa letteratura per l’infanzia classica, dai testi pubblicati nella collana Tantibambini di Munari a Gianni Rodari. Non una storia di fate, né di principi, dunque, né di soli pirati maschi, ma un’avventura di conquista e sovversione: una storia piccola di mani capaci di scavare e pulire ciò che è sporco del mondo, per trovare e salvare ciò che sta oltre, che sta sotto e scoprire il tesoro che è in ogni destino. Così la voce narrante è quella del bambino che grazie a Lilla diventerà ammiraglio, quando, in questa storia di riconoscimenti e rovesciamenti, i pirati salteranno fuori al grido di “viva la capitana” per portarsi via lei e il suo amico. Una storia rapida come una sciabolata e ridente per lettori che non sono fatti “a forma di” né si fermano davanti a divieti insensati, ma sono al contrario tutti diversi e dotati di talenti da scoprire, possibilmente in un ambiente aperto e suggestivo come quello ritratto nel magnifico crepuscolo alla fine dell’albo, che contrappone ai lettini dello stabilimento balneare la silouette classica e fantastica di un vascello pirata in viaggio verso gli orizzonti di tutti i i mari del sud.
Età di lettura consigliata: 5+
(recensione a cura di Marcella Terrusi tratta dal # 109 di Liber)