CLOWN
Quentin Blake
Camelozampa, 2018

Il clown si presenta come figura paradossale, come incarnazione dell’unità degli opposti: è l’istigatore della risata (per esempio come giullare di corte) o la sua vittima (per esempio nella parte dell’Augusto); inciampa nei suoi stessi piedi, ma allo stesso tempo si dimostra un virtuoso dell’acrobazia; balbetta, dice cose senza senso o non parla del tutto, ma poi si dimostra brillante nel giocare con le parole. Pur essendo adulto, si comporta come un bambino, ricordandoci che anche noi siamo stati bambini e abbiamo dovuto imparare a camminare e a parlare. Mostra come si possa fallire nei propri piani, ma anche quanto lontano ci si possa spingere attraverso l’esercizio. (Accademia Dimitri)

Clown è uno specchio che da un lato sembra salutare le utopie intorno all’infanzia che hanno attraversato il secolo breve, dall’altro richiama gli adulti alle proprie responsabilità, da un’altro ancora strizza gli occhi ai bambini, solidarizzando con la loro capacità di crescere nonostante le manchevolezze degli adulti, espressione che mutuo dal libro omonimo, di cui avevo scritto qui.

Racconta la storia di un clown di pezza buttato nell’immondizia insieme ad altri giocattoli e della sua incessante ricerca di bambini interessati a lui e ai compagni di sventura finiti con lui nel cassonetto.

Al contempo mette in scena una lettura del mondo intorno, delle relazioni che lo animano, dell’ambiente pubblico e privato, degli oggetti e della loro pedagogia implicita, a partire dal guinzaglio per bambini – su cui si possono leggere ( qui) alcune considerazioni pubblicate sulla rivista UPPA.

Clown costituisce un vero e proprio catalogo di pratiche di cura e incuria, in cui spesso bella figura la fanno i bambini e le bambine, sovente messi in posa per una fotografia: paradosso di un’attenzione verso l’infanzia continuativamente sbandierata, ma spesso lontana dalla realtà, come le storie che prendono forma su un set fotografico.

Camelozampa porta in Italia Clown, il capolavoro senza parole di Quentin Blake, autore a cui sono stati attribuiti riconoscimenti in tutto il mondo, unitamente ai più importanti premi internazionali, tra cui, tra gli altri il Bologna Ragazzi Prize e, nel 2002, il Hans Christian Andersen Award for Illustration.

Su di lui Melanie McDonaghs ha scritto sul Daily Telegraph

Blake è oltre il genio.

È anarchico, morale, infinitamente sovversivo, a volte vizioso, socialmente acuto, scarno quando deve essere, esuberantemente generoso nei dettagli quando ne ha voglia.

Può raccontare storie meravigliose senza una sola parola, ma la sua collaborazione con Roald Dahl è stata fatta in paradiso. O da qualche parte.

L’ingenuità diabolica di Dahl è entrata in gioco solo quando ha scritto per i bambini. In collaborazione con Blake, c’era una specie di alchimia.

Non ho mai incontrato un bambino che non amasse Quentin Blake.

Ho chiesto a Francesca e Sara, le editrici Camelozampa, come è maturata la scelta di portare in catalogo Clown

Fin dalla sua nascita Camelozampa punta a riscoprire e portare ai lettori italiani capolavori della letteratura per ragazzi che, per qualche misterioso motivo, non sono mai arrivati nel nostro Paese (o sono finiti troppo presto fuori catalogo). CLOWN è sicuramente uno di questi: se pensiamo che è apparso nell’edizione originale oltre vent’anni fa, è stato pubblicato in una decina di Paesi, ha vinto diversi premi tra cui il Bologna Ragazzi Award… è piuttosto incredibile che arrivi ora per la prima volta in Italia!

E naturalmente siamo molto felici che esca per Camelozampa.

Lo scorso anno abbiamo pubblicato ZAGAZOO, altro capolavoro di Quentin Blake che ha vinto il Premio Andersen come Miglior albo illustrato e intendiamo portare avanti questo lavoro di riscoperta degli albi prodotti da Blake.

CLOWN è un albo per tutti: per i bambini, sicuramente, che sono sempre i primi interlocutori di Quentin Blake, ma anche per gli adulti, almeno quelli che non si spaventano davanti a un albo senza parole! Un albo che racconta una vera e propria odissea, dal punto di vista di un personaggio tanto piccolo e umile da essere addirittura, nella prima scena, gettato nella spazzatura.

Ci sono elementi forti di accusa al mondo degli adulti, che vivono in un mondo fatto di traffico, di fretta, di impegni, di finzione, un mondo in cui non c’è spazio per l’immaginazione.

I bambini, uno dopo l’altro, si accorgono di questo pupazzetto che cerca compagnia e aiuto, ma vengono liquidati sempre in modo molto sbrigativo dagli adulti. Almeno fino all’ultima bambina, perché, per fortuna, ci sono anche adulti diversi…

L’anno passato una piccola casa genovese è riuscita nell’impresa di ottenere i diritti per un corto su Clown, ho quindi chiesto a Francesca e Sara se vi fossero rapporti tra le due operazioni culturali.

Sì! Non solo siamo in contatto con lo Studio Arteprima di Genova e il suo fondatore Luigi Berio, li dobbiamo anche ringraziare perché hanno collaborato attivamente all’edizione italiana di CLOWN! L’edizione italiana infatti è, al momento, l’unica al mondo ad avere in copertina il lettering originale di Quentin Blake: se vi si fa caso, le altre edizioni inclusa l’edizione originale hanno sempre un carattere nel titolo, invece della scritta a mano che è un tratto distintivo nei libri di Blake.

Luigi Berio, un vero cultore dell’opera di Blake e che per la preparazione del cortometraggio di CLOWN ha avuto accesso ai bozzetti originali dell’opera, ha tirato fuori dal cilindro la scritta originale, che abbiamo potuto inserire, naturalmente con l’approvazione di Quentin!

Età di lettura consigliata: 5+

(recensione a cura di Francesca Romana Grasso tratta dal suo blog Edublog)