CRICTOR: IL SERPENTE BUONO
Tomi Ungerer
Mondadori Electa, 2012

Sbadiglieremmo di noia ascoltando la storia di un’anziana signora e del suo cagnolino ma tutto cambia se l’animale è un serpente boa. Nell’introdurre questa insolita ma significativa variazione, Tomi Ungerer trasforma un racconto prevedibile in una felice invenzione che crea attesa e curiosità.
Un giorno Madame Louise Bodot riceve in dono uno strano pacco contenente – sorpresa! – un boa constrictor. Dopo l’iniziale sgomento, la signora si affeziona talmente all’animale da circondarlo di mille attenzioni: gli confeziona un maglione per le giornate fredde, gli arreda la camera con le palme per farlo sentire a suo agio, lo porta addirittura a scuola e Crictor (così si chiama il boa) assimila “a modo suo” lettere e numeri.
Tanto amore è ampiamente ricambiato dall’animale, che si dimostra affettuoso e servizievole come un cagnolino, anzi di più, perché non è dato a un cane possedere le stesse qualità di un serpente – e lasciamo al lettore la sorpresa di scoprire come Crictor saprà mettere a frutto la sua naturale indole per difendere Madame Bodot.
Le illustrazioni al tratto rimandano allo stile caratteristico del disegno satirico, veloce e sobrio nel bianco e nero, ma ravvivato qui da rare stesure di verde e rosso. E’ peraltro piacevole notare i numerosi dettagli visivi, mai citati dal testo, che Tomi Ungerer inserisce e che rendono le immagini narrativamente interessanti, come la forma a O del pacco, il letto (naturalmente lunghissimo), lo stretto e affusolato maglione di lana e le continue varianti formali del corpo di Crictor.
Apparsa la prima volta nel 1958 per i tipi della statunitense Harper & Brothers, la storia non ha perso nulla dell’originaria freschezza e il suo pregio sta ancora nella tenerezza che ispira questo serpente, nel messaggio che trasmette: apre la mente, sviluppa l’attenzione per ciò che non è convenzionale, suggerisce di non fermarsi all’evidenza. Fondamentalmente anticonformista, di tutto ciò ha dato testimonianza Tomi Ungerer nel corso della propria vita, sia come grafico, sia come autore per bambini.
Età di lettura consigliata: dai 4 anni.

(recensione a cura di Angela Dal Gobbo tratta dalla rivista Liber)