CRYSTAL DELLA STRADA
Siobhan Dowd; trad. S. Bandirali
Uovonero, 2014

È la nostalgia il tratto saliente di Crystal della strada, l’ultimo romanzo di Siobhan Dowd, considerata una delle più grandi scrittrici irlandesi contemporanee, morta prematuramente a soli 47 anni, dopo una vita dedicata alla lotta per la libertà di scrittura e a garantire il diritto alla lettura ai bambini che vivono in aree socialmente svantaggiate.
Nostalgia per il paese d’origine, l’Irlanda, e nostalgia per gli affetti fondanti, quello materno in primo luogo, che induce la giovane protagonista, Holly Hogan, cresciuta in un istituto per minori sotto la tutela dei servizi sociali, a fuggire dalla famiglia affidataria per andare incontro al suo destino. Holly si sente infatti in una sorta di esilio forzato: dalle proprie origini, dai suoi affetti, da se stessa. E durante il suo lungo e imprevedibile percorso dovrà affrontare un viaggio a ritroso nella memoria, per trovare il coraggio di aprire quei cassetti da tempo sigillati dentro ai quali si nasconde la verità. Una verità dolorosa, certo, ma da cui non potrà prescindere.
Così Holly abbandona tutto, si infila una parrucca bionda trovata nella stanza della madre adottiva e si trasforma in Crystal, una affascinante e sensuale ragazza di qualche anno in più, sicura di sé, capace di affrontare sfide per lei impensabili.
Durante tutto il viaggio si avverte la sensazione angosciante che Holly stia correndo verso qualcosa di tragico. E la corsa, almeno quella dentro di sé, riporta, come un cerchio perfetto, al punto di partenza, al momento in cui si ritrova sola con se stessa e con la verità, al momento in cui anche Crystal deve essere lasciata. Ma, nonostante il dolore, non tutto quello che trova attorno a sé è negativo: le persone che ha incontrato sul suo cammino e che, come angeli custodi, le hanno regalato qualcosa senza chiedere nulla in cambio; Miko, l’educatore che l’ha sempre sostenuta e che ancora le sorride da lontano con la chitarra a tracolla; Fiona e Ray, pronti ad accoglierla nuovamente, ora che finalmente è arrivata a destinazione. Una storia durissima, alla fine della quale ci sentiamo meglio, come sempre accade con le grandi storie, che si prendono cura anche delle parti più nascoste dentro di noi.

Età di lettura consigliata: dai 13 anni

(recensione a cura di Gabriela Zucchini, tratta da Liber # 104)