GUJI GUJI
Chih-Yuan Chen
Bohem press Italia, 2015

È naturale quando si legge questa storia pensare a Il brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen. Risultano tuttavia evidenti le differenze che contraddistinguono i due racconti. L’anatroccolo di Andersen è vilipeso dai suoi fratelli e dagli abitanti dell’aia. È ripudiato da tutti, rischia di morire di freddo. Pur rimanendo un palmipede riscatta la sofferenza perdendo la sua bruttezza. In Guji Guji un coccodrillo nasce ugualmente da un uovo rotolato nel nido di mamma anatra, ma da lei e dai fratelli è molto amato anche se è brutto e grosso. Non si vergognano di vederlo così goffo seguirli dondolandosi e sono felici di essere da lui protetti. Non diventerà mai un “cigno” ma un semplice “anadrillo”.
A differenza dell’atmosfera cupa della vecchia fiaba qui tutto è solare. Coccodrillo quando incontra i suoi simili non accetta di diventare “cattivo” come loro e papparsi le anitre, anzi gli prepara un tranello con il loro aiuto. Invece di buttare i fratelli giù dal ponte ai suoi simili, gli getta dei grossi sassi facendoli fuggire. Al di sotto del lieve umorismo scaturiscono elementi di riflessione profonda: la naturalezza con cui si accetta la diversità, la ricerca della propria identità anomala. È soprattutto la componente fantastica di una vicenda impossibile, narrata con poche essenziali parole, che può affascinare i lettori.
Il fluire del racconto è sottolineato da illustrazioni di effetto comico immediato. Le immagini si alternano in impaginazioni originali: sono un invito a osservare attentamente gli atteggiamenti dei personaggi, gli ambienti in cui si muovono, l’importanza della lettura. Da sottolineare infatti due tavole suggestive: quella di una notte di luna piena quando mamma anatra legge un libro in bilico su un grossissimo uovo e in copertina la stessa scena con gli anatroccoli e il coccodrillo sdraiati e attenti al suo racconto. Nell’ultima pagina, invece, nel turbinio di un ballo scatenato si festeggia il coccodrillo che ha scelto di continuare a vivere con Mamma Anitra e con i fratelli divenendo un anadrillo “sempre più forte e sempre più felice”.
Età di lettura consigliata: 4+
(recensione a cura di Maria Letizia Meacci, tratta dal # 110 di Liber)