I TRE BRIGANTI
Tomi Ungerer
Nord-Sud, 2015

Pubblicato in Francia per la prima volta nel 1963, questo piccolo grande capolavoro dell’autore e illustratore francese Tomi Ungerer ne raccoglie le caratteristiche principali, quali l’abilità nel racconto attraverso poche righe di semplici parole e usando immagini espressive dai colori intensi. I temi hanno spesso connotazioni sociali ed emotive profonde che sono per l’autore fondamentali, come l’altruismo, la condivisone, ma soprattutto l’accettazione dell’altro superando il pregiudizio verso le apparenze o sul passato di un individuo, e come sia possibile trovare la bontà e la gentilezza anche sotto le spoglie dei più cattivi.
Vestiti con lunghi mantelli e alti cappelli tutti neri i tre briganti sono feroci, armati fino ai denti e terrorizzano con le loro armi e le loro scorrerie i viaggiatori che ne sono vittime. Del volto ne vediamo distinti solo gli occhi, che scrutano freddamente attorno a loro, aggirandosi nel buio della notte.
Ognuno ha un’arma terrificante che utilizza, in perfetta strategia con gli altri compagni, per le rapine più efficaci: un fucile a tromba, un soffietto spara-pepe e un’ascia terribile; vivono in una vecchia stamberga in cima a una montagna, dove nascondono forzieri e bauli pieni di monete e preziosi rubati agli sfortunati viaggiatori.
Di solito i bambini ascoltano con gli occhi spalancati le prime pagine della storia dove scopriamo le malefatte dei tre briganti, in un crescendo di suspence, soprattutto quando, girata la pagina, vediamo che nella prossima carrozza attaccata dai briganti c’è solo un passeggero: una piccola bambina solitaria e triste.
Ah! Mani sulla bocca! Occhi sbarrati! Cosa succederà ora alla piccola Tiffany, appena rimasta orfana e in viaggio verso la casa di una vecchia zia, finita nelle grinfie dei tre malfattori?
Verrà rapita? Le sarà fatto del male? I bambini valutano le possibili situazioni e qualcuno azzarda anche un repentino cambiamento nell’atteggiamento dei tre briganti. E infatti notiamo subito che pur portando via la bambina, il modo dei tre è decisamente diverso: la avvolgono in una calda coperta, la stendono a dormire in un morbido letto nella loro stamberga. Forse non sono poi così cattivi come avevamo tutti immaginato?
Il giorno dopo Tiffany, scoprendo i bauli pieni di preziosi, chiede ai tre briganti cosa ne facciano di tutta quella ricchezza e loro si guardano sbalorditi, non ci hanno mai pensato! Per fortuna la piccola Tiffany è anche molto saggia e suggerisce un modo speciale e utile di usare tutti i soldi e i gioielli rubati finora…
Quale può essere? Come volgere al bene i soldi e l’oro presi con modi cattivi?
I bambini nel pubblico propongono le loro idee a volte strampalate, a volte perfettamente azzeccate!
Tiffany e i briganti comprano un grande castello e vi raccolgono tutti i bambini soli, poveri, orfani o abbandonati offrendo loro un caldo e accogliente alloggio, affetto e compagnia. Interessante l’immagine in cui vediamo i carri di bambini in carovana dietro i tre briganti e in primo piano un uomo seduto sotto un albero, evidentemente ubriaco che osserva la scena, chi è il vero “cattivo” qui?
Diventano famosi, un vero e proprio punto di riferimento, ogni giorno trovano qualche bimbo abbandonato fuori dal portone del castello che accolgono e che continuerà a vivere con loro insieme agli altri bambini fino a quando cresciuto e divenuto adulto, costruirà la propria casa attorno al castello. Questo, quindi, piano piano si trasforma in un villaggio e poi in una grande città, con mura adornate da tre magnifiche torri, una per ogni brigante.
Le immagini semplici, pulite ed espressive, sono di facile interpretazione anche per i più piccoli. I tre briganti, pur restando delle sagome nere e senza volto, passano da essere delle figure inquietanti a punti di riferimento dei bambini, sia quelli della storia sia quelli in ascolto, che cercano le loro forme, quasi ombre, inconfondibili sulla pagina.
Bella l’immagine in cui vediamo la lunga fila di bambini che giocano fuori dal castello diventato ormai la loro casa e che indossano un altro grande dono dei tre briganti: mantello e cappello identico al loro, solo di un bel rosso brillante!

Recensito da Sandy Chiussi