La passione per i dinosauri della grande fumettista Vanna Vinci l’avevamo già incontrata nell’originale libro Piccola enciclopedia dei dinosauri e degli animali estinti, una sorta di compendio tra lo scientifico e il fantasioso.

La bambina Giurassica, Vanna Vinci, Mondadori, 2019

La bambina giurassica è un breve racconto autobiografico nella forma di albo illustrato in cui si racconta la “sola e unica grande passione” per i dinosauri di Vannina e il loro divenire rifugio invisibile per infonderle coraggio. E’ un libro che, con semplicità e leggerezza, schiude le porte sullo sguardo magico dell’infanzia.

Il tono della narrazione è insieme divertito – a tratti esilarante – e delicato: difficile non empatizzare con Vannina! Se il lettore è bambino non faticherà a ritrovare nelle pagine pensieri e soluzioni creative verso l’entusiasmante e faticoso cammino della crescita; se il lettore è adulto facilmente sorriderà di fronte alla tenerezza di un’infanzia che senz’altro gli è appartenuta, almeno in parte (chi di voi ricorda i propri amici immaginari?).

Vanna Vinci è un abile raccontastorie, inserisce diversi dialoghi e rende il racconto vivo grazie a una narrazione in terza persona, nel tempo presente, e a uno stile narrativo fulmineo, ironico e schietto, tanto nei testi quanto nei disegni.

Impossibile non amare Vannina, la bambina giurassica con treccine e occhialoni, lo sguardo sornione, “una bambina buona e perbenino” ma dal piglio spavaldo, di una che sa il fatto suo:

la verità è che Vannina fa la faccia da “brava bambina” per un solo motivo: così sembra che ascolti e capisca tutto quello che dicono gli altri, mentre in realtà sta pensando ai fatti suoi.

… e si mangia 40 biscotti mentre le zie e la nonna cantano le sue lodi!

Ma Vannina è anche una bambina timida e un po’ solitaria (il suo migliore amico è Dino, un velociraptor di peluche), alle prese con compagni di scuola che la prendono in giro e le paure che sono quelle di ogni bambino (il buio, il dentista, l’acqua alta…).

Il momento di svolta avviene alla festa di Carnevale, quando “i bambini cattivi” la canzonano sul fatto che i dinosauri sono animali estinti: ecco infrangersi il mondo di certezze, fatto di libri, documentari, disegni e giochi solo a tema dinosauri.

Vannina non si arrende e si convince che può far apparire un dinosauro “ci vorrebbe una parola magica… tipo quella che ha detto la nonna al cameriere schioccando le dita… OSSOBUCO!!!”.

E così, con un semplice schiocco di dita e una parola magica buffissima, potente come solo nell’infanzia un tale gesto sa essere, la delusione e la tristezza lasciano il posto a una discreta quantità e varietà di dinosauri…

Ora la realtà si tinge di sfumature diverse, fatte di coraggio e rivincite: grazie agli amici dinosauri, ad esempio, Vannina può ottenere un panino alla mortadella dalla nonna (e il minestrone certo, perché ci sono anche dinosauri erbivori), o affrontare i compagni cattivi stendendoli con l’alito puzzolente dell’allosauro, o tuffarsi serena nell’acqua alta della piscina perché i dinosauri “sono pronti a sollevarla con le loro schiene rotonde, sostenerla con le codone e proteggerla dagli squali”.

Infine un giorno, come sono arrivati, i dinosauri se ne vanno. Le dita schioccano “ossobuco!”, ma nulla accade. Le lacrime scendono nel caffelatte per quello che “non è stato altro che un sogno giurassico”. Ma ora “Vannina va a letto felice e non ha più paura del buio” e il rifugio protettivo in un mondo di fantasia non è più necessario.

Ciò che resiste però è la magia dell’immaginazione che Vanna Vinci sottolinea nella pagina finale (Vannina “non riesce a darsi per vinta!”): l’universo di invenzioni dei bambini non se ne va con uno schiocco di dita.

Età di lettura consigliata: un libro davvero godibilissimo a varie età –  in lettura condivisa anche prima dei 6 anni, perfetto per le prime letture autonome tra i 6 e gli 8 anni, gustoso anche per gli adulti!

(recensione a cura di Silvia, tratta dal blog Galline volanti)