LA PIù BUONA COLAZIONE DEL MONDO
Giovanna Zoboli, ill. di Massimo Caccia
Topipittori, 2013
La più buona colazione del mondo sembra raccontato direttamente per bocca di bambino, tanto ne ricrea l’immaginario. Inizia tra le fughe delle piastrelle di una cucina come mille altre e si conclude tra i quadri di una tovaglia, tanto basta per ritrovare l’eco di quei racconti fantastici che animano il dormiveglia dei bambini e la rilassata attesa di esser chiamati: un tempo sospeso e creativo, in cui prendono forma storie e invenzioni. Cosa sta avvenendo in cucina? Il ritmo è lento: caffè, latte, uova, pane tostato, brioches, burro, miele, spremuta, sono lì, pronti a essere consumati senza fretta, cadenzando un morbido avvio di giornata. Gli agrumi sono spremuti a mano, la tavola è apparecchiata con la tovaglia di stoffa, a ribadire che i gesti sono compiuti con agio: si è nel bel mezzo di un rituale, preludio di una giornata a cui si va incontro partendo con il piede giusto.
L’andatura del libro tuttavia non ci priva di guizzi e divertissiment: come ogni gioco ben congeniato apre possibilità di letture infinite: sarà il boa del Piccolo Principe ad aver inghiottito il tostapane? La zampa sopra il tavolo arriverà da Celestopoli? E le zanne che vediamo, giungono direttamente dal paese dei mostri selvaggi? L’eterna meraviglia degli albi illustrati è che possiamo riscrivere le storie infinite volte. Divenendo noi stessi co-autori. E anche no.
Di sicuro sono compagni di gioco divertenti quei simpatici animaletti che si dondolano sull’arancia, che allungano lingue spropositate verso la spremuta e che, stretti stretti, si nascondono sotto al tavolo. Undici occhioni sbirciano da sotto in su e bucano le pagine, tirandoci dentro al gioco. Complici o cacciatori? A ciascun lettore libera scelta!
Le illustrazioni di Massimo Caccia sono perfettamente equilibrate, squisita la distribuzione di forme, colore, linee squadrate e morbide. Le poche righe di testo – che Giovanna Zoboli stessa riconosce indispensabili per accompagnare la storia – danno vita a uno spaccato così comune e così speciale da risvegliare in ciascuno di noi l’eco di una qualunque mattina, che nella sua assoluta normalità, si è radicata nella memoria personale, divenendo storia e consuetudine, magari scostandosi dal vero.
Età di lettura consigliata: 3 anni.
(recensione a cura di Francesca Romana Grasso, tratta da Liber # 102)