LUNA E LA CAMERA BLU
Magdalena Jullien Guirao, ill. di Christine Davenier (trad. di Federica Rocca)
Babalibri, 2014

Una bambina tranquilla che ama la calma, che disegna sentieri e fa fiorire fiori per il suo cane immaginario. Una bambina capace di considerare la solitudine una compagna di giochi, la tappezzeria una carta geografica per viaggi e avventure. Una bambina capace di danzare e giocare nei luoghi della propria immaginazione, con energia lunare, potenza di attrazione e profondità galattica. Eppure gli adulti si preoccupano, si “immischiano” come dice la bella traduzione di Federica Rocca. Perché si parla molto di diversità ma si teme lo spettro della normalità, come una differenza che stigmatizza, perché se non giochi con gli altri bambini, se sei diverso, peggio ancora diversa, allora forse chiedi a noi di segnare quella differenza, fosse anche solo per fingerla uguaglianza. Allora un albo così delicato e poetico come Luna è importante e incoraggiante, perché non di soli bambini disobbedienti e scatenati è fatta la letteratura (né la vita). Non di solo gruppo è fatta l’inclusione e non di sola “differenza” è fatta la strada della crescita personale. Luna è sospesa eppure cammina con passo proprio. La nonna questo lo sa, perché il loro tempo è fatto di rispetto reciproco: chi vuole dormire dorme, chi vuole sognare sogna, chi vuole cantare canta, in uno spazio di comfort che è solo fatto di cura e pazienza, in uno spazio fantastico che è disegnato dalla penna di ognuno sullo sfondo della propria vita, quella che non si sceglie, la tappezzeria del nostro ambiente educativo ed affettivo, quell’atmosfera, quello stile che è l’unica vera materia della relazione in educazione. È saggia la nonna, non perché è anziana, ma perché è tranquilla, e la sua accettazione non è un atteggiamento, ma è il modo bello di chi si prende cura degli altri e di sé, non si sbilancia e non si dispera. Così si va, insieme, con i bambini e le persone, che sono ognuna diversa sempre.
Le figure dell’albo richiamano tante avventure visuali di bambini letterari che disegnano il proprio destino, dal capostipite Harold ai più recenti protagonisti dei viaggi silenziosi di acclamati albi americani.

Età di lettura consigliata: dai 4 anni

(recensione a cura di Marcella Terrusi, tratta da Liber # 105)