Run

Perché c’è chi corre non “solo” per correre …

Jason Reynolds, trad. Francesco Gulizia, Rizzoli, 2019

Arriva in libreria il secondo romanzo della serie dedicata da Reynolds all’atletica e cominciata con Ghost, vincitore del Premio Andersen nella categoria Miglior libro oltre i 12 anni, e conferma le capacità dell’autore: nel far parlare in prima persona i suoi protagonisti, nell’immedesimarsi nella loro vita e nel loro sentire e permettere al lettore di fare lo stesso, nel costruire una narrazione fluida, forse meno del precedente, ma che scorre dritta e avvolgente.

La protagonista è Patina, che fa parte della squadra dei Defenders, ne è la ragazza più veloce: perché non corre solo per correre, non corre solo per se stessa, ha un saco di motivi per tagliare per prima il traguardo e nelle sue gambe filano rapide le gambe di altri che non possono provare il piacere di correre. Patina ha una storia famigliare diversa da quelle delle compagne della scuola esclusiva che frequenta: il papà è morto, la mamma diabetica ha un serrato piano ospedaliero e lei e la sorella minore abitano con gli zii. C’è un’organizzazione giornaliera ben stabilita, a cui la ragazza aggiunge il fatto di sentirsi in dovere di occuparsi della sorellina e gli allenamenti. La pressione è alta: si somma il non detto, il sentirsi a lato rispetto al gruppo di compagne, lo scotto di quando non si arriva primi. Ma Patina sa che deve correre a testa alta e i motivi in più che la spingono a correre possono davvero fare la differenza. Bello il finale che lascia aperto il risultato della gara più importante; belle le pagine che raccontano di come gli allenatori preparano le ragazze a correre la staffetta, a mettersi in sintonia, a sentirsi squadra davvero.

Età di lettura consigliata: 10+

(recensione tratta dal blog Le letture di Biblioragazzi, a cura di Caterina Ramonda)