SCIOCCO BILLY
Antohony Browne
Donzelli, 2014
ùAnthony Browne ci ha abituati a un’attitudine: non ha timore alcuno a percorrere la strada accidentata delle sensazioni dei bambini; delle insicurezze dell’infanzia, delle loro paure; partendo dal nodo che ristà dietro ciascuna di esse, lasciandolo intuire senza indugiare, e tralasciando di scioglierlo, mostrandone piuttosto le manifestazioni più intime, quelle che assillano i bimbi e prendono le forme più svariate quando le luci si abbassano, quando la notte scende e a nulla valgono le parole rassicuranti della mamma o del papà.

Browne è maestro nel non violare le paure bambine cercando di quantificarle o di descriverle: ne rappresenta alcune che sono esemplari, di questo bimbetto, Billy, in particolare, ma di tutti gli altri più in generale, e nel farlo, con pochi accorgimenti testuali e grafici, restituisce una rappresentazione dell’ansia, dell’insicurezza, del terrore, che è rispettosa e lieve.

Ottima cosa è incominciare a considerare un libro dalla sua copertina. Per Sciocco Billy un lettering colorato, a strisce, che è un richiamo esplicito al nodo della storia (che coglieremo solo a lettura completata, suggerito da una “i” a forma di bambolina), che si staglia in contrasto su un fondo blu petrolio. Altro suggerimento abbastanza esplicito per lo svolgersi della storia, o meglio per il suo lieto fine, si ritrova nel frontespizio, laddove il titolo è riproposto in varie gradazioni di grigio e l’unica nota di colore è una scatolina di bambù scoperchiata e variopinta. La domanda è implicita: cosa conterrà la scatola?

L’albo e la storia proseguono fino ai brutti pensieri di Billy, bambino per definizione pensieroso, rappresentati in grigio e smunti. Alle sue paure irreali e surreali, si contrappongono e seguono le pagine colorate e i riquadri variopinti in cui la mamma e il papà cercano di consolarlo e rassicurarlo. Nonostante i tentativi amorevoli dei genitori, Billy però continua a fare brutti pensieri, fino a quando una sera non si ferma a dormire a casa della nonna. In un letto d’ottone in cui sembra ancora più piccolo e impaurito, sotto un enorme dipinto di Caspar David Friedrich (Il viandante sul mare di nebbia, altrettanto irrequieto e altrettanto pensieroso).

Stavolta, però, la nonna, affronta in maniera propositiva la situazione delicata e, salendo al livello bambino, ammette di aver avuto quelle stesse paure, pensieri simili; poi gli regala delle bamboline, dei pupazzetti scaccia pensieri. “Basta che tu racconti un brutto pensiero a ciascuno di loro e poi te li infili sotto il cuscino. Mentre tu dormi saranno loro a fare brutti pensieri per te”. Ecco la soluzione! Semplice e immediata. Molto convincente, funziona, e per qualche notte Billy dorme come un sasso avvolto da cuscini azzurri come cieli sereni, brillanti e gialli come il sole di primavera. Ma all’improvviso un nuovo cruccio si fa largo tra i pensieri ormai lievi di Billy: chissà i poveri pupazzetti cui ha raccontato tutti i suoi pensieri quanti ne stanno facendo al suo posto… anche in questo caso la soluzione è mettersi all’opera: crea dei pupazzetti scacciapensieri per i suoi pupazzetti scacciapensieri e altri ne costruisce per i suoi amici col risultato che da quel momento in poi dormirono tutti bene.

All’immagine curva della prima pagina della storia, in cui Billy sembrava avere tutto il peso del mondo sulle spalle, si sostituisce quella di un bimbo raggiante e sereno che comunica gioia e affronta a passo deciso e scanzonato la realtà.Come sempre mi accade con gli albi di Anthony Browne, anche questo l’ho trovato ben costruito, intelligente ed elegante. Come sempre però c’è qualcosa che non mi convince, seppure sia di importanza minima e non infici il giudizio positivo che ho di questo libro: il titolo. In inglese è Silly Billy, in italiano diventa letteralmente Sciocco Billy. Una volta tanto il titolo in italiano almeno ha un valore assonante e richiama il Cocco Bill di iacovittiana memoria; lo “sciocco/silly” però rimane e trovo che sminuisca il senso e il valore della storia a seguire.

Ottima invece la scelta di chiudere con la storia dei pupazzetti scacciapensieri. Sono bamboline della tradizione dell’artigianato guatemalteco. Sono fatte con pezzetti colorati di stoffa, fili e legnetti. I bambini del Guatemala le fabbricano da sempre e a loro affidano i loro brutti pensieri perché li scaccino via mentre dormono.

Età di lettura consigliata: dai 4 anni.

Recensione tratta dal blog AtlantideKids