SEGRETI E BUGIE
Rebecca Stead (trad. di Anna Becchi Patrucco)
Feltrinelli, 2013
Rebecca Stead, vincitrice nel 2010 della Newbery Medal con Quando mi troverai, ritorna con un nuovo intrigante racconto di formazione che del primo non è un sequel, ma fa respirare la stessa aria di scuola, amicizie e conflitti, sogni e delusioni, insicurezze e sfide giovanili nel difficile “mestiere” di crescere da parte dei protagonisti dodicenni, là Miranda, qui Georges. Chiamato così, con la s finale, in onore di Seraut, il grande pittore francese padre del pointillisme, il “puntinismo”, del quale in soggiorno c’è il poster di un quadro, che, guardato con la faccia schiacciata sul foglio non è altro che una macchia, ma dalla giusta distanza diventa un quadro dal senso compiuto.
Georges ha dovuto trasferirsi in una casa più piccola perché il padre architetto ha perso il lavoro e la madre infermiera ha dovuto raddoppiare le ore in ospedale e fare anche il turno di notte. In compenso la scuola è rimasta la stessa e i bulli continuano a infierire per quella s. Ma nella nuova casa Georges fa amicizia con tre fratelli un po’ strani di una stramba famiglia e viene arruolato nel locale Club delle Spie, con il compito di sorvegliare Mister X, il signore misterioso, sempre vestito di nero, che carica e scarica in ascensore valigie sospette. Il clima è quello della Finestra sul cortile, o meglio di una sua parodia al videocitofono. Misteri, segreti, inganni (tutti piccoli) sono raccontati con scrittura lieve, umorismo surreale, dialoghi scoppiettanti.
A poco a poco anche Georges comincia a rendersi conto che la vita è un quadro complicato, fatto di tanti puntini, che tutti insieme danno un significato comprensibile, perfino accettabile. Quando, però, racconta che quelle dei bulli sono scemenze, perché “la mamma dice sempre di tenere presente il quadro generale, perché le piccole cose alla fin fine non contano”, il padre insorge: “Ma contano adesso…contano molto…dobbiamo fare qualcosa adesso”. Insomma le piccole cose, la serie di “adesso” fanno sì che il quadro della vita sia il più bello (o il meno brutto) possibile. Anche i puntini sono importanti, come quelli blu che i compagni di classe si dipingono sulla mano per fare squadra con Georges contro i bulli.

Età di lettura consigliata: dai 10 anni.

 

(recensione a cura di Fernando Rotondo, tratta dal sito Liberweb)