SI PUÒ
Beatrice Masini, ill. di Arianna Papini
Carthusia, 2014

Una storia può rendere meno dolorosa per un bambino la perdita di una persona cara indicandogli la via difficile ma possibile da seguire. L’autrice, con molta sensibilità, ha creato un testo poetico e suggestivo costruendo un percorso attraverso la metafora del viaggio per lenire via via la sofferenza e proseguire la vita verso il futuro.
Tre bambini, venuti da lontano, portano ognuno la propria valigetta dove sono gelosamente custodite le cose segrete della vita di prima. I loro cuori sono pesanti con tanto buio dentro e fuori, ricordi e pensieri confusi. Non hanno più voglia di giocare, cantare, ridere e s’inoltrano in un mondo sconosciuto e desertico. Una sera decidono di fermarsi perché, dice il Bambino Grande ai fratelli: “Il prima non c’è più. Adesso siamo spaventati. Ma c’è un dopo e lo possiamo costruire”. Ma come se intorno a loro c’è il buio e il niente? A pochi passi vedono un gran buco nero e fondo e pensano di riempirlo con le cose che custodiscono nelle valigie. Solo nel momento in cui decidono di buttare ciò che hanno raccolto con tanto amore con “lei”, si capisce che la mamma non c’è più. Tutte le cose care sono gettate nel buco: una calda coperta, sorrisi e risate, parole sussurrate, storie raccontate, un libro di fiabe, conchiglie, giocattoli. Arriva la notte e i bambini si addormentano. Il buco la mattina dopo con il sole è solo un’orma sulla terra “intorno alberi e foglie, legni e tessuti, tetti e porte” per costruirci sopra una casa. I tre fratelli lavorano perché sanno che “ci vuole impegno, e forza e fatica, ci vogliono parole e silenzi, e memoria”, perché si può costruire una nuova casa, senza mai dimenticare le cose importanti della vita passata. Immagini delicate e simboliche, su pagine diversamente colorate, rendono visibili e concreti sentimenti, emozioni, ricordi manifestati in primo piano dai visi attoniti dei protagonisti. Se visti da lontano sono piccole figure scure in lande deserte mentre nel cielo sfrecciano le rondini simbolo di speranza.
Il Progetto di FILE (Fondazione Italiana di Leniterapia) e Carthusia è attuato in questa storia da leggere e ascoltare perché bambini e adulti, colpiti dal lutto o non, possano trovare insieme partecipazione, conforto e condivisione del dolore che arreca un’assenza senza ritorno.

Età di lettura consigliata: dai 5 anni.

(recensione a cura di Maria Letizia Meacci, tratta dalla rivista Liber # 105)