Timeless, il romanzo illustrato che sembra un film Pixar

Timeless, Diego e i ranger del Vastatlantico, di Armand Baltazar, trad. Alessandra Orcese, Il Castoro, 2018

Leggendo Timeless: Diego e i ranger del Vastatlantico di Armand Baltazar, la prima cosa che torna alla mente sono le vecchie avventure fantastiche in stile anni Ottanta, da La storia infinita a I Goonies. Contemporaneamente, arriva anche l’influenza delle più moderne avventure Disney Pixar, Big Hero 6 in particolare. Una commistione inevitabile, in un certo senso, dal momento che l’unione stessa di più mondi e generi è il cuore di un romanzo in cui umani di tutte le epoche, robot e dinosauri, convivono.

La fine del nostro mondo non è arrivata come ce la saremmo aspettata. Non è stata causata da nessuna delle cose di cui oggi si fa tanto parlare: guerre, disordini, cambiamento climatico. Non sono stati la nostra arroganza, l’orgoglio, l’egoismo. No, alla fine sono stati la creatività e il genio.

Inizia così, Timeless.

In un futuro prossimo non specificato, un disastro conosciuto col nome di Collisione Temporale ha unito il passato, il presente e il futuro. Gli esseri umani sopravvissuti che si sono riorganizzati in città sono divisi in tre gruppi sociali: il Popolo del Vapore, cioè gli abitanti del passato così detto “civilizzato”, i Superiori, quelli del futuro, e infine, tra i due, il Popolo di Mezzo. Dopo una lunga e terribile guerra, i superstiti si sono accordati su una convivenza pacifica tra le culture, che però è costellata da intolleranze e incomprensioni, e appare ogni giorno più fragile.

Il nostro protagonista, Diego, è un ragazzino di sangue misto figlio di genitori celebri.

La madre è un’eroina pluridecorata dell’aviazione del Popolo a Vapore, il padre il geniale inventore del Popolo di Mezzo che ha praticamente rimesso in piedi in piedi New Chicago dopo la guerra. Entrambi nutrono grandi, forse eccessive aspettative nei suoi confronti, ma Diego ha tredici anni e poca voglia di fare discorsi sul futuro, al momento. Peccato che, come in ogni storia che si rispetti, sarà presto chiamato a dimostrare il suo valore nel corso di una lunga avventura che lo trascinerà ovunque, da una nave pirata al pilotare robot, dall’inseguire fanatici dell’Impero Romano allo scappare dai dinosauri in volo su una tavola gravitazionale. Insieme a lui ci sono Petey, l’amico di sempre, Paige, una ragazza nera del Popolo del Vapore, che ha vissuto sulla sua pelle la diseguaglianza, e Lucy, che dell’epoca ha subito invece la rigida educazione femminile imparita dalla famiglia fortemente tradizionalista.

Non stupisce che Armand Baltazar sappia gestire a meraviglia i tempi di una storia così varia e vasta …

… dal momento che arriva dritto dagli studi DreamWorks, Disney e Pixar, dove ha ricoperto il ruolo di development artist e art director. Non stupisce nemmeno che Fox ne abbia immediatamente acquistati i diritti per trarne un film prodotto da Ridley Scott. D’altra parte, il punto forte di Timeless (edito in Italia da Il Castoro, tra i primi al mondo ad averlo acquistato per l’estero) è proprio il suo mondo vividissimo, ricco di spunti e immagini grandiose, che letteralmente spalancano l’immaginazione. Merito anche delle splendide illustrazioni, che non sono un mero corollario, ma parte integrante della narrazione, e che costituiscono il vero fascino dell’oggetto libro, in sé notevole; 600 pagine lucide dai colori brillanti, per un bestseller natalizio annunciato.

Nonostante il libro si configuri come il primo di una trilogia (e il cliffhanger, inutile dirlo, c’è), è apprezzabile come da solo basti e avanzi per offrire un’esperienza di lettura intensa e completa, di quelle che da bambini ci facevano nascondere sotto le coperte con una torcia anziché andare a dormire. Un unico difetto, a volerlo trovare, è costituito da personaggi poco originali che, uniti a una scrittura senza infamia né lode, non si prestano a scene di grande impatto emotivo. Il risultato è che, talvolta, la narrazione pare sbiadire leggermente di fronte alla bellezza invece sempre incredibile delle illustrazioni, che sono numerosissime eppure mai abbastanza. L’insieme però è ampiamente equilibrato, il risultato appassionante, e comprende così tanti immaginari da crearne continuamente di nuovi e mai visti.

Quando ci si chiede come trasmettere ai ragazzi l’amore per la lettura, la risposta dovrebbe essere indubbia: coi libri come questo.

Età di lettura consigliata: 10+

Recensione a cura di Eleonora Caruso, tratta da Wired.