UNA COSA DIFFICILE
Silvia Vecchini e Sualzo
Bao Publishing, 2016

Sui fogli di questo libro passano le nuvole. Si mettono lì, tra lo sguardo del lettore e l’azzurro cielo della pagina. Sono bianche e corrono, il vento le porta come fossero loro il filo del racconto. Ad un tratto, però, il vento è così forte che tutto cambia, pochi passaggi cromatici per dirti che sei finito nel bianco faticoso e ingombrante di una nuvola.

‘Una cosa difficile’ non è un libro che narra di cirri, nembi o cumuli ma in un libro come questo, dove c’è solo una parola scritta, tutto quello che trovi sulle pagine si fa racconto. Così, anche le nuvole parlano e lo fanno con la lingua silente e poetica della metafora.

La storia è scritta con le immagini, su sequenze di doppie pagine; ogni volta che giri la pagina un particolare nuovo arricchisce la scena e sposta in avanti la narrazione. Tra i margini della pagina è inquadrata una scena fatta di prato e di cielo tutto intorno. Lo sguardo degli autori non si sposta ma non sta fermo: mette in primo piano i dettagli, cambia prospettiva per svelare le espressioni di chi è girato e porta il vento sulla carta.

Silvia Vecchini e Sualzo ti raccontano il gelo che arriva per la consapevolezza di un errore commesso e lo sforzo di chi sceglie di affrontarne le conseguenze, provando, poi, a porvi rimedio. Per parlare di questa cosa così difficile (anche) a bambini piccoli gli autori chiamano in aiuto il paesaggio immobile disegnato sulle risguardie, il posto dove la storia accade, e lo trasformano da spazio fisico in luogo interiore. La strada per arrivare in fondo alla discesa a recuperare il pezzo rotto del carretto e quella per tornare in cima e riportarlo al suo proprietario sono identiche. Eppure, il viaggio di ritorno diventa un lento e faticoso incespicare controvento, una faticosa e interminabile arrampicata.

Alla fine i ragionamenti silenziosi, fatti di neve e di vento, lasciano il posto a una parola sussurrata e ai segni che sospendono i pensieri. Da qui si ricomincia: ci sono i due amici di nuovo insieme e una mano aperta che ti invita ad andare. C’è ancora azzurro per giocare.

Età di lettura consigliata: 5+

(recensione a cura di Stefania Liverini, tratta dal blog La coda dei libri)